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Antibiotico resistenza: dimensioni dell’emergenza e soluzioni dall’appropriatezza prescrittiva

Infettivologia Redazione DottNet | 07/07/2022 11:32

Galli: "Per la maggiore diffusività di omicron si è verificato un incremento delle cure domiciliari che hanno provocato un utilizzo improprio di farmaci antibiotici"

Secondo il rapporto annuale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, lo sviluppo di nuovi trattamenti antibatterici è inadeguato ad affrontare la crescente minaccia della resistenza agli antibiotici.

All’utilizzo improprio di questi farmaci sono riconducibili in Italia oltre 10mila decessi all’anno, su un totale di circa 33mila nell’intera Unione Europea; di questi una percentuale significativa si registra nella regione Campania, che negli ultimi anni ha avviato un programma di lotta all’antibiotico-resistenza di cui si incominciano a vedere i primi risultati. Un fenomeno ulteriormente in crescita durante la pandemia da Covid-19.

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"Le sottovarianti 4 e 5 di omicron sono più contagiose e sembrano essere in grado di "bucare" la barriera vaccinale" ha affermato il professor Massimo Galli, tra i maggiori infettivologi a livello mondiale. "Proprio per la maggiore diffusività di omicron si è verificato un incremento delle cure domiciliari che hanno provocato un utilizzo improprio di farmaci antibiotici, del tutto inutili contro l’infezione virale da Covid-19. Invertire questa pericolosa tendenza è diventata una priorità in ambito sanitario" ha continuato il Professor Galli.

"Gli antibiotici sono assolutamente inutili per il Coronavirus - ha ribadito Galli - il loro uso è assolutamente improprio, in quanto non svolgono nessuna azione diretta o anche vagamente indiretta, e non si giustificano praticamente mai nemmeno come copertura di un'eventuale sovrapposizione di una polmonite batterica. Il loro uso non ha base scientifica - ha proseguito Galli - però ha fatto gravi danni. L’azitromicina, in particolare, è stata utilizzata in maniera assolutamente spropositata senza nessuna indicazione specifica. Su questo farmaco abbiamo assoluta evidenza contro la sua utilità in questo caso specifico. Così, oltre a sprecare denaro pubblico si fa un danno al futuro utilizzo di questo farmaco".

Per Francesco D'Andrea, Presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica, l'antibiotico "andrebbe utilizzato solo nella profilassi pre-operatoria e l'uso va ridotto al massimo, privilegiando, in alternativa gli antisettici".  Tra questi la poliesanide rappresenta l’antisettico che consente il controllo dell’infezione evitando sviluppo di resistenze. Questo antisettico viene anche usato in ambito dermatologico.

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